La Capra

Sinossi

Sin da piccola la grande domanda ha accompagnato i miei giochi prima e il mio modo di vedere il mondo poi.
“Chi ha il potere, la ragionevolezza, l’ardire, la giustezza di togliere la vita ad un’altra persona?”

Ricerca artistica

Con questa domanda si apre lo spettacolo LA CAPRA. Uno spettacolo che nel suo svolgimento non cerca in alcun modo di rispondervi ma di mettere in luce le dinamiche sotterranee, ambivalenti e controverse insite nella domanda stessa, quelle della creazione del capro espiatorio. Il bisogno di trovare un colpevole, una vittima sacrificale, infatti, è la storia più antica dell’uomo e si situa prima del mito, prima della religione, prima dei divieti e delle leggi.
LA CAPRA è una tragedia contemporanea perché ci parla di ieri, di oggi e di domani. Si svolge nella natura, al tramonto, e fa un uso della luce naturale sapiente, scenico, scenografico e concretamente immersivo nel paesaggio. Attraverso l’uso soppesato della parola e quello abbondante della danza (non danza), i movimenti coreografici dello spettacolo sono sviluppati intorno ad una drammaturgia frammentaria pensata per mettere lo spettatore nella posizione di interrogarsi. Perché il teatro non deve rispondere ma lasciarci nudi di fronte alle domande. E qualche volta, mostrarci l’invisibile.
Il debutto nazionale è stato il 25 Giugno 2023 a "Il Giardino delle Esperidi Festival" XIX edizione.

“Svolazzare di panni di lino bianchi, manichini muti e solitari, l’accenno di un passo di danza reiterato, il sacrificio con il sangue che cola sul corpo ai margini della foresta. Il sacrificio è anche la resa finale. Prima c’è la lotta, il corpo a corpo per vivere e non diventare concime per la terra. E’ un tango ammalato che macina ricordi e non si trasforma in danza per la vita. E’ un ultimo flamenco dai passi nervosi: le claquettes del tip tap battono disperate su un lungo asse di legno, scandendo come le lancette di un vecchio orologio, la fine del tempo”.
(Walter Porcedda su Gli Stati Generali)

 

 

Crediti

2023
soggetto e regia: Agnese Bocchi
con: Agnese Bocchi, Tobia Scarrocchia
abiti: Mavranyma
maschera floreale: Ilariusss
fotografie: Filippo Luzi, Viola Trombetta
produzione: Bocchi/Scarrocchia Compagnia Teatrale
durata: 50 min.